“La terra più classica della Toscana moderna”

«Sotto nome di territorio o distretto della Berardenga si sottintendeva anche nei tempi della Repubblica senese la porzione di quello stato compresa tra le sorgenti del torrente Bozzone e quelle dell’Ambra, fra il Chianti alto e il fiume Biena sino alle Taverne d’Arbia.

È la terra più classica della Toscana moderna; il gruppo dove si annodano i territori di tre grandi città; il pomo della prima discordia politica e religiosa fra due vescovati e due repubbliche; il teatro di lunghe e atroci guerre battagliate nel Chianti fra Quercegrossa, Montalto della Berardenga e lungo i famosi campi di Monteaperti; è questa la contrada, in cui l’Arbia percorre e l’Ombrone ha origine e sviluppo; finalmente è nella Berardenga dove si trova il più vetusto e più prolifico vivaio di grandi e potenti famiglie che a Siena, ad Orvieto, a Chiusi, a Firenze e in Arezzo fissarono i loro posteriore e domicilio. Lo stipite, donde ebbe nome la Contea Berardenga, parte senza dubbio da quel conte Wuinigi di Ranieri, di nazione francese, sceso in Italia, prima in qualità di Legato dell’imperatore Lodovico (anno 865), poscia di Governatore politico di Siena (anni 867-881) e di Roselle (868).

Il nome di uno dei di lui figli, Berardo, ripetuto costantemente nei nepoti e discendenti, diede titolo ai posteri di appellare Berardenga quella parte della provincia senese, in cui la discendenza del primo conte di Siena ebbe estesissime tenute e castelli con giurisdizione baronale; oltre quei molti che acquistarono per via di compre o per altri mezzi i suoi discendenti nei contadi di Siena, di Arezzo, di Chiusi, di Sovana e di Roselle.»

(Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, 1833)